Il territorio
Il centro di Montaione è un piccolo borgo medievale, con poche case a grappolo sulla sommità di una collina, intorno ad un campanile, alle sue mura antiche, ai suoi ricami di pietra e di tegole rosse a interrompere, sia pure per poco, l’armoniosità di un paesaggio collinare.
Dalla sua altitudine di 341 metri sul livello del mare, Montaione domina la Valdelsa, nel cuore della Toscana. Montaione si trova ad una distanza media di 50 km dalle più famose città d’arte della Toscana: Firenze, Pisa, Siena e Lucca mentre località di indubbio valore storico come San Gimignano e Volterra sono raggiungibili con circa 30 minuti di auto.
Tutto intorno, un paesaggio pettinato da filari di vitigni e oliveti fa da sfondo all’ampio territorio comunale che si estende per 104 chilometri quadrati. Un paesaggio comunque intensamente vario e multiforme, ricco di contrasti, se si considera che comprende anche vaste aree boschive, caratterizzate da specie arboree tipiche della macchia mediterranea (querci, castagni, lecci).
Oggi il paese conta circa 3800 abitanti che hanno conservato e mantenuto intatte e genuine le proprie tradizioni gastronomiche e artigianali.
Nel semplice impianto urbano del centro, costituito da tre strade parallele, sono diversi i luoghi di particolare evidenza. Il Palazzo Pretorio, risalente al XV secolo, presenta sulla facciata numerosi stemmi in pietra e terracotta invetriata appartenenti agli antichi potestà. All’interno si trovano il Museo Civico, l’archivio storico e l’ufficio informazioni turistiche. Inoltre troviamo Palazzo Mannaioni, risalente al XVI secolo e appartenuto all’omonima famiglia. In piazza della Repubblica si trova la chiesa di San Regolo del XII secolo e che conserva una pregevole pittura “Madonna con bambino” del XIII secolo riferita alla scuola di Guido di Graziano. Nel comune sono presenti altri luoghi di interesse storico e artistico. Sulla strada per Gambassi Terme si trova la villa da Filicaja in località Sant’Antonio. Fu donata dalla famiglia Medici al poeta Vincenzo da Filicaja. A 2 chilometri da essa, troviamo la cisterna romana che risale al III secolo d.C.; è divisa in tre vasche rettangolari che in passato raccoglievano acqua proveniente dalle sorgenti di Poggio all’Aglione.
Le frazioni
Montaione ha un patrimonio paesaggistico e culturale riscontrabile non solo nel centro storico ma anche nelle sue frazioni.
Alberi è una località situata nella valle del torrente Egola. Qui si trova una chiesa e la ex-scuola che in precedenza era un antico teatro.
Castelfalfi, il cui nome deriva da “Castrum Faolfi” e il suo castello risalgono probabilmente all’anno 754 a seguito di un insediamento longobardo su un precedente fortilizio bizantino. Parte del castello passò nel 1139 al vescovo di Volterra, in seguito si sottomise a San Miniato, infine a Firenze. Nel 1511 venne ricostruita la chiesa romanica di San Floriano. Nel Rinascimento il castello di Castelfalfi fu trasformato da maniero militare in villa conservando il suo aspetto fino al giorno d’oggi. Per un lungo periodo il borgo fu sorretto da un’economia agricola, fino all’inizio del ‘900 quando iniziò la lavorazione del tabacco. In tempi recenti il borgo di Castelfalfi è stato ripensato in chiave turistica.
Iano, con la chiesa di San Andrea in Agliano, è un piccolo borgo con case in mattoni e travertino, pietra di cui è ricca la zona. Iano comprende le località Torri, Forni, Casicello e il Palagio. Dopo il momento della crisi agricola la frazione è diventata famosa nel secondo dopoguerra per l’estrazione e la lavorazione dell’onice.
Le Mura, situata a pochi chilometri dal capoluogo, è un piccolo borgo il cui nome risale probabilmente al 1405 ed è da attribuirsi ad un probabile castello o fortezza dell’epoca. Si hanno testimonianze che risalgono al 1456 relative alla chiesa di Sorrisole o Surripole tutt’oggi denominata Santo Stefano in Sorripole.
San Vivaldo è un piccolo agglomerato di case vicino alle quali si trova una vasta area boscosa dove sorge il Sacro Monte di San Vivaldo (o Gerusalemme di Toscana). Qui si ritirò a vita eremitica, all’inizio del 300, il frate francescano Vivaldo Stricchi da San Gimignano. Sul luogo sorse un eremo e nel 1497 i frati francescani ne presero possesso e lo trasformarono in convento. La Gerusalemme di San Vivaldo è la riproduzione esatta, in scala ridotta, della vera Gerusalemme della fine del XV secolo.
Santo Stefano, di origine etrusca, conserva una casa colonica sotto alla quale si trovano due cantine rotonde scavate nel tufo somiglianti a due tombe etrusche. Alcuni documenti recenti attestano l’esistenza di Santo Stefano già nell’XI secolo. Qui sorgeva un castello fortificato con mura di cinta. Oggi il borgo è stato ristrutturato e molte case sparse nella campagna circostante sono state trasformate in case vacanza.
Si hanno notizie su La Sughera relative al castello che nel 1186 l’imperatore tedesco Augusto VI donò al vescovo di Volterra. L’antica chiesa, dedicata ai santi Pietro e Cerbone, è stata distrutta negli anni ’70 per costruirne una nuova. Il centro abitato è composto da case in mattoni.
Il borgo di Tonda e il suo castello risalgono probabilmente al 1212. Il castello di Tonda era caratterizzato da mura di cinta con all’interno una chiesa, una torre, una cisterna per la raccolta di acqua piovana e il palazzo del comune. La piccola frazione è stata recuperata e trasformata in residence turistico rispettando le caratteristiche dell’antico borgo medievale.